In occasione del Giorno della memoria in commemorazione delle vittime dell’Olocausto è uscita nelle librerie “La città che sussurrò” di Jennifer Elvgren, illustrazioni di Fabio Santomauro, editrice Giuntina, menzione d’onore al Sydney Taylor Book Award.
Una piccola grande storia che sottolinea il valore del coraggio, dell’altruismo, della solidarietà e della collaborazione, resa ancora più magnetica e incisiva dal segno grafico di Fabio Santomauro, diplomato in cinema di animazione al CSC di Torino.
Circa 1700 ebrei fuggirono dal piccolo villaggio di pescatori di Gilleleje. In una notte senza luna, gli abitanti del villaggio, dalla soglia delle loro abitazioni, sussurrarono loro la direzione giusta per il porto.
La storia si svolge ai tempi del secondo conflitto mondiale; in un villaggio danese di pescatori dove i genitori della piccola Annette nascondono, in cantina, due rifugiati ebrei.
Ogni pagina è una presa di fiato sospesa per il lettore e un lieve sussurro dei personaggi; sussurra la piccola Annette per non farsi sentire dai soldati nazisti che pattugliano il villaggio, sussurrano la donna ebrea e il figlioletto nascosti in cantina, sussurra l’intero paese per guidare nella notte i due fuggitivi diretti al porto dove troveranno la nave che li porterà in salvo in Svezia.
Storia e illustrazioni piaceranno ai bambini dai 7 anni di età e i genitori troveranno in questo libro uno strumento valido e intelligente per iniziare ad affrontare con i propri figli il tema terribile e difficile della Shoah.
In un mondo dove sovente si pensa che occorra urlare più forte degli altri per farsi sentire, questo delicato e commovente racconto illustrato ci spiega come a volte basti un sussurro per salvare una vita e ricordarci che ‘chi salva una vita salva il mondo intero’.
In occasione dell’uscita del libro abbiamo avuto l’occasione di fare due chiacchiere con Fabio Santomauro al quale abbiamo chiesto di raccontarci questa sua esperienza.
- Fa piacere leggere che a La città che sussurrò è stata attribuita la menzione d’onore al Sydney Taylor Book Award, ci racconti come è nato questo progetto?
“La città che sussurrò” è sicuramente uno dei libri più belli che ho avuto modo di illustrare.
Mi hanno contattato dall’agenzia londinese della quale faccio parte proponendomi un testo sull’Olocausto e dicendomi che l’editore americano voleva me per le illustrazioni.
Ho letto il testo e sono rimasto quasi senza parole, ero commosso.
Finita la produzione ho pensato che quel libro fosse speciale, e anche l’editore lo pensava. E forse avevamo ragione.
Il libro è ora pubblicato anche in Italia e oltre alla menzione d’onore, siamo stati inseriti fra i migliori libri per bambini del 2014 secondo il “Jewish Book Council“
- Come stai vivendo questa esperienza di illustratore ?
Mi ricordo di quando finito il liceo, sono andato per la prima volta alla Fiera del Libro per ragazzi a Bologna,
la più importante del settore. Un mondo fantastico, c’erano ragazzi e ragazze che proponevano i propri disegni
nella speranza che qualche editore li ingaggiasse. Per me andò malissimo. Ovviamente.
Ma quell’atmosfera magica mi rimase dentro. E ogni anno che vado provo le stesse emozioni.
Nel periodo in cui ho frequentato il CSC ho riscoperto la passione per l’illustrazione; pubblicai un libro autoprodotto che mi diede molte soddisfazioni e quasi per caso mandai dei lavori all’agenzia di illustrazione che oggi mi rappresenta. Sono via via riuscito a pubblicare dei libri e ho acquistato molta più sicurezza nei miei mezzi.
Il mondo delle arti è fantastico, perché c’è un occasione per tutti se si ha del talento e un po’ di determinazione.
- Ti sei diplomato al CSC Animazione nel 2008, che ricordi hai dei tuoi tre anni di formazione ?
Ricordi bellissimi, di condivisione, di splendide amicizie che durano ancora oggi.
Insieme ai miei compagni abbiamo condiviso tutto; paure, gioie, l’incertezza del futuro ma anche l’entusiasmo
per le nostre passioni. Ho conosciuto talenti incredibili e persone preparate che hanno saputo lasciare
libero il nostro istinto indicandoci la strada giusta da seguire. E poi Torino, una città fantastica.
- Ci racconti come hai intrapreso il tuo percorso professionale una volta diplomato ?
Una volta finita la scuola, nell’ambito delle proposte formative post diploma del CSC, sono stato scelto per uno stage retribuito di sei mesi a Roma in BOING, il canale televisivo interamente dedicato all’intrattenimento per ragazzi tra 6 – 14 anni di Turner Broadcasting System. In quel periodo ho imparato tantissimo e da lì sono diventato freelance, collaborando con numerosi canali dedicati ai bambini. Il lavoro da libero professionista mi ha portato e mi porta ancora oggi a lavorare in posti completamente diversi l’uno dall’altro, ogni volta una nuova sfida, collaborando anche con alcuni dei miei ex compagni del Centro Sperimentale di Cinematografia..
- Cosa stai facendo adesso e quali sono i progetti in cantiere sul piano professionale ?
Mi divido fra illustrazione e animazione. Mi piace lavorare per i bambini e comunicare per loro.
Ho avuto l’occasione di illustrare alcuni reparti pediatrici in un grande ospedale romano e quando mi parlano di come i bambini vedono e si divertono con i miei disegni mi sento felice.